• L’inondazione del Marecchia nel 1866 danneggia tutte le strutture dello stabilimento. I fratelli Baldini guidano la società sino al 21 settembre 1868, quando il Consiglio comunale vota a favore della gestione pubblica dei bagni. Quest’ultima però avrebbe dovuto essere garantita dallo stesso Comune, in cambio degli utili rimasti dopo la remunerazione del capitale privato (Masetti 1980, pp. 21-24). Entrambe le ipotesi attribuiscono all’ente locale il ruolo finanziario maggiore. La classe dirigente riminese non considera conveniente l’investimento turistico, ma nello stesso tempo ne vede l’importanza. E così impegna il Comune per rendere sicura una speculazione che ha forti rischi. I servizi dell’industria balneare sono destinati ad una clientela ristretta. Lo scarso numero di frequentatori, dovuto alla mancanza di infrastrutture alberghiere e d’intrattenimento, non riesce a coprire le spese. L’intervento del Comune aumenta il prestigio della marina, ma mette in difficoltà le finanze pubbliche. (Silari 1992, pp. 125-127)
    Nel 1876 nasce l’Idroterapico (demolito nel 1929). Mantegazza lo dirige per tre anni. Gli subentra il famoso clinico Augusto Murri. Nel 1878, dopo che la Giunta progressista del «sovversivo» Camillo Ugolini è caduta per non aver esposto al balcone del palazzo comunale il tricolore alla morte di Vittorio Emanuele II, il nuovo sindaco è Ruggero Baldini. Inutilmente egli cerca di convincere alcuni investitori milanesi ad accettare la gestione privata dello stabilimento balneare. Qualcuno forse li ha informati che proprio il nuovo primo cittadino Baldini non aveva fatto buoni affari con il turismo al punto di dover vendere all’asta anche la casa natale.
    Nel marzo 1860 Ruggero Baldini era divenuto assessore nella prima Giunta comunale riminese dopo l’annessione al regno di Sardegna. Alla politica era giunto attraverso la guerra: nel 1848 aveva guidato 478 volontari riminesi. Cinque di loro erano morti a Cornuda e Vicenza. Tutti appartenevano alle classi più umili. Anche per la repubblica romana nel 1849 ci sono state cinque vittime. Tra gennaio e marzo 1859 sono partiti per il Piemonte 2.448 volontari romagnoli. In aprile è stato arrestato il medico Alessandro Nicolini, vicepresidente cittadino della Società nazionale. Liberato, il 16 agosto 1859 parla ad un’«adunanza» politica nel palazzo Martinelli in via Serpieri pieno di settecenteschi ricordi antipapalini. Vi è morto il 30 giugno 1798 il poeta Aurelio De’ Giorgi Bertòla, con fama di libertino nella vita e di filofrancese in politica. Lo abitò Nicola Martinelli (1742-1805) che, studioso di Economia politica seguendo Cesare Beccaria e gli ideali illuministici, svolse in età napoleonica un importante ruolo pubblico. Fu indicato quale ambasciatore della Cisalpina a Vienna, ma le precarie condizioni di salute lo costrinsero a rinunziare. (Montanari 2000a e 2004) Suo nipote fu Giovanni Battista Soardi (1790-1875), deputato di Rimini nel 1831 quando partecipò all’assemblea bolognese del 26 febbraio in cui si decretò la fine provvisoria del dominio temporale nelle nostre terre. Alla sua scomparsa il foglio locale della Sinistra «La concordia» lo descrive come filantropo generoso, «tipo di liberale a fatti, e non a parole, e senza pretesa di apparirlo». Lontano «da bacchettonismo ed ostentazione fu costante esempio di virtù cristiane, informate non già al Domine, Domine, ma ai sostanziali principii di Fratellanza e Carità».


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